A suggerire questa ipotesi è la presenza fra gli oggetti del corredo funebre, di una bacchetta d’osso finemente decorata, oltre all’emblematico anellone piceno considerato da alcuni studiosi simbolo di fertilità.
“Lei stessa è un libro! Lo studio della necropoli ed in particolare delle centinaia di oggetti di questa figura di spicco forniranno certamente nuovi e importanti dati sui Piceni per come oggi li conosciamo”, afferma Giorgio Postrioti, archeologo della Soprintendenza delle Marche.
E’ infatti solo in parte conosciuta la struttura sociale di questa civiltà preromana, ma grazie allo scavo accurato e alle tecnologie utilizzate nelle fasi di restauro ed analisi, forse anche con la ricostruzione facciale dell’enigmatica figura, l’archeologa Laura Foglini, responsabile dello scavo è convinta che sarà possibile ricavare dati sociologici utili a comprenderla meglio.