Il nucleo era composto da due femmine adulte, tre maschi e una giovane femmina.
Dopo quasi due ore passate con loro e dopo aver scattato i ritratti per Steven, sarà una delle leonesse a farmi capire che il tempo era scaduto.
Un ruggito profondo nella pioggia scrosciante e il suo sguardo puntato nel mio, chiudono questa splendida opera messa in scena da madre natura. La pioggia sembra accompagnare i leoni che si allontanano dalla scena per un “bis” che purtroppo non ripeteranno, ma la speranza e la fiducia è che nel futuro siano altri ad assistere alle prossime interpretazioni.
L’Africa è davvero la culla della vita.
In questi luoghi si possono rievocare sensazioni ancestrali. Dagli odori pungenti portati dal vento, ai paesaggi che nascondono le grandi sagome degli animali e i rumori che si acutizzano alle orecchie per distinguere l’acqua del fiume che scorre, dal calpestio dell’erba di un predatore in agguato. Qui tutto riconduce ad un tempo lontano in cui l’uomo doveva ancora collocarsi nella propria nicchia dominata dalla grande fauna.
Appunti di viaggio:
“Immaginate un mondo senza tutto questo, senza le emozioni che avete provato leggendo questo articolo. Preservare questi habitat è fondamentale per l’equilibrio di tutte le specie, compresa la nostra”.
IMMAGINI REALIZZATE CON FOTOCAMERE DIGITALI E PELLICOLA – CANON EOS 5D + CANON EOS-1N